SUICIDIO, ISTRUZIONI PER L'USO


5 maggio 2011

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L'usine de la Hague

L'impianto di La Hague


Esiste una pagina, su Wikipedia, che fornisce alcune informazioni sul sito di La Hague, "centro di riprocessamento situato nel Cotentin":

http://fr.wikipedia.org/wiki/Usine_de_retraitement_de_la_Hague

Qui apprenderete che questo stabilimento, il più inquinante al mondo in fatto di scorie nucleari, è stato messo in servizio nel 1961, mezzo secolo fa (...), ed è gestito da una società privata, AREVA.

L'impianto di La Hague recupera così, da decenni, i "rifiuti" provenienti dalle diverse centrali nucleari francesi ed estere, e li "riprocessa".

Di fatto, questo riprocessamento è interamente rivolto all'estrazione, per via chimica, dell'1% di plutonio prodotto dalla fissione nei reattori nucleari a uranio, tramite la cattura dei neutroni rapidi da parte dei nuclei di Uranio 238, non fissile. Questo plutonio, puro, è quindi imballato in contenitori di piccola taglia e spedito negli stabilimenti MELOX, a Marcoule, nel Gard, dove viene diluito al 7% nell'uranio 238. La miscela così ottenuta costituisce un nuovo "combustibile nucleare", detto MOX (Mixed oxydes).

Il procedimento chimico MELOX può a sua volta essere realizzato nei paesi consumatori, per estrarre il plutonio a fini militari. Perchè crearsi tanti problemi, come fanno gli iraniani, per arricchire laboriosamente il minerale di uranio tramite centrifugazione, quando basta comprare il MOX ed estrarne chimicamente il plutonio239, esplosivo-tipo delle bombe a fissione?

Il procedimento MELOX è considerato dagli americani come "proliferante".

Vale a dire che questa tecnica permetterà a termine a tutti i paesi del mondo di possedere la propria bomba atomica.

Il MOX è attualmente utilizzato in 20 dei 58 reattori in attività in Francia. La costruzione di reattori EPR (Reattori nucleari ad acqua pressurizzata) generalizzerà il suo impiego, infatti sono stati concepiti proprio a questo scopo.

A lungo si è rimasti all'oscuro del fatto che l'introduzione del MOX come combustibile nucleare ha segnato il passaggio discreto dalla fissione dell'Uranio 235 a un funzionamento delle centrali atomiche basato sulla fissione del Plutonio 238.

L'estrema pericolosità di questa sostanza comincia ad essere conosciuta da tutti: essa ha una grande propensione a fissarsi nei tessuti umani, dopo inalazione o ingestione sotto forma di pulviscoli, che il corpo è incapace di eliminare. Infatti il tempo necessario al suo rigetto da parte dei tessuti umani è di 50 anni. Queste particelle sono altamente cancerogene, al 100%.

Non si tratta di irradiazione, bensì di contaminazione, che non è possibile rilevare con strumenti di misura. Tale contaminazione può essere prodotta in caso di incidente nucleare con espulsione di materiale radioattivo proveniente dall'insieme dei combustibili. E' quanto è accaduto, e continua ad accadere, dopo l'esplosione del reattore numero 3 di Fukushima, che era carico di MOX. Polveri di plutonio sono state rinvenute negli Stati Uniti.

Questa disseminazione colpirà l'intero pianeta, ed alcuni specialisti stimano a un milione il numero di cancri che essa provocherà.

Per mettere fine alla disseminazione di plutonio in provenienza dal reattore numero 3, si dovrebbero estrarre le barre di combustibile che si trovano al suo interno, e quanto meno immergerle in una piscina appositamente concepita a questo scopo. Ora, l'accesso a questi elementi rimane impossibile, e ancora non si sa quando potrà avvenire, se in un futuro vicino o lontano.

Per il momento è necessario andare avanti a raffreddare gli elementi combustibili di questo reattore "fermo", il cui cuore, in gran parte fuso, continua ad emanare parecchie decine di megawatt di energia termica. Una circolazione d'acqua a circuito chiuso, gemellata a uno scambiatore permetterebbe di evacuare queste calorie, ma lo stato di deteriorazione in cui il reattore si trova rende la cosa impossibile. I giapponesi sono dunque costretti a mettere in opera un raffreddamento "a circuito aperto", tramite iniezione o aspersione d'acqua dolce. Questa, circolando nel cuore danneggiato del reattore, si carica delle scorie provenienti dagli elementi combustibili che sono passati attraverso i tubi di zirconio che li contenevano, fusi dopo l'incidente.

L' acqua in questione è dunque carica di particelle di plutonio e di tutta una gamma di radionucleidi altamente tossici. Essa si trasforma parzialmente in vapore, che se ne va nell'atmosfera; mentre il resto fila, da tutto un insieme di fessure dovute al sisma e impossibili da localizzare e da chiudere, nelle gallerie situate nei sottosuoli del reattore. La società TEPCO procede al pompaggio di quest'acqua estremamente radioattiva. In un primo tempo l'ha raccolta in apposite vasche, ma quando queste sono state piene fino al bordo, TEPCO l'ha semplicemente riversata nel vicino oceano, porgendo le proprie scuse agli abitanti del littorale e ai pescatori.

Tutto questo continuerà finchè non sarà stato installato un sistema di raffreddamento a circuito chiuso. Non si vede come questo possa accadere, dal momento che i reattori, peraltro estremamente danneggiati, rimangono inavvicinabili per via della fortissima radioattività presente nei dintorni.

Due compagnie sono direttamente responsabili di questa dispersione mortifera:

 

- La società giapponese TEPCO

- La società francese AREVA, che fabbrica e vende questo nuovo combustibile al plutonio nello stabilimento MELOX

 

 

Face contre terre

Le scuse dei respponsabili della TEPCO. A quando le scuse dei dirigenti di AREVA?

 

Ma c'è di peggio.

Durante i cinque decenni di funzionamento dell'impianto di La Hague (che non è un "centro di riprocessamento", vale a dire una sorta di discarica hi-tech, bensì un centro di estrazione e di vendita del combustibile al plutonio), AREVA ha accumulato uno stock che oltrepassa l'immaginazione, e la cui entità non è specificata nella pagina di Wikipedia.

 

Sessanta tonnellate di plutonio

 

Gli elementi contenenti plutonio sono attualmente stoccati in quattro piscine, situate a La Hague, in costruzioni i cui tetti non sono blindati, ma semplicemente costituiti da lamiere.

La cucina del diavolo

Il plutonio è un elemento più denso del piombo (19 chili al litro). Fate il calcolo: queste sessanta tonnellate di plutonio corrispondono a 3,15 metri cubi, e potrebbero essere contenute in un cubo di 1,46 m di lato.
L'impianto di La Hague non è un centro di riprocessamento, assimilabile a una discarica, a una "pattumiera nucleare"

 

E' una cassaforte

 

Risolvete il seguente problema, livello di terza media:

Un industriale dispone di uno stock di 60 tonnellate di plutonio. Il barile di petrolio ha una capacità di 160 litri.

 

 

baril de pétrole

Barile di petrolio

 


Un grammo di plutonio emana la stessa quantità di energia di una tonnellata di petrolio. Il petrolio ha una densità media di 0,88 chili al litro. Il suo prezzo medio sul mercato gira intorno ai 100 dollari al barile, circa 73 euro. Calcolate il numero di barili di petrolio corrispondenti a un cubo di plutonio di un metro e quaranta di lato. Calcolate il valore in euro dello stock di plutonio attualmente in deposito a La Hague.

60 tonnellate = 60.000 chili = 60.000.000 di grammi, equivalenti a sessanta miliardi di chili di petrolio.

Dividiamo per 140 chili, il peso di un barile. Otteniamo

428 milioni di barili

A 73 euro al barile, il totale è di

 

31,2 miliardi di euro

 

L'impianto di La Hague ha la capacità di trattare 1700 tonnellate di "combustibile usato" all'anno. Attualmente la media gira attorno alle mille tonnellate annue. Prendiamo questa cifra: in questa massa si potrà recuperare l'1% di plutonio, cioè 10 tonnellate all'anno.

 

abbastanza per la carica di 1428 bombe atomiche

 

Senza detrarre il costo del riprocessamento (chimico), il plutonio così recuperato rappresenta una cifra d'affari di:

 

5,2 miliardi di euro all'anno

 

Un lettore mi scrive, inizio maggio 2011:

Buongiorno,

negli anni '80 stavo rimettendo a nuovo una vecchia barca a vela attraccata a Cherbourg. Numerosi impiegati della COGEMA (diventata AREVA in seguito) frequentavano il porto, e a volte dopo qualche calvados di troppo, le lingue si scioglievano un po'.

Un grave incidente ha risparmiato l'Europa, unicamente per caso.

Un incendio aveva distrutto il trasformatore principale di La Hague. I generatori di soccorso malauguratamente (!!!) situati nello stesso locale avevano, per solidarietà, subìto la stessa sorte. Non c'era più modo di raffreddare le piscine.

Per un caso straordinario, un'attrezzatura corrispondente al fabbisogno si trovava a Caen, probabilmente non ancora caricata su un cargo destinato all'esportazione.

La fortuna ha voluto che non succedesse in inverno, con le strade ghiacciate o inondate. Il convoglio eccezionale ha così potuto arrivare in extremis, il generatore di soccorso essendo troppo grosso per poter essere trasportato con la ferrovia. Per dare un'idea delle dimensioni di quel coso, il consumo era dell'ordine di 1000 litri di gasolio all'ora.

Ecco perchè accordo una fiducia senza limiti alle dichiarazioni degli ingegneri del "corps des mines" e dei buffoni di ministri, sulla serietà della sicurezza nucleare in Francia.

Cordiali saluti

Paul-Louis

 


 

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